sabato 19 maggio 2012

PERCENTUALE MINIMA DI FONTANE ITALIANE - Cartoline 3

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Milano - G. Piermarini
Fontana nella Piazza omonima (Piazza Fontana)

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Giuseppe Piermarini
(Foligno, 18 luglio 1734 – Foligno, 18 febbraio 1808)
è stato un architetto italiano.



Fontana del Piermarini fu la prima fontana di Milano,
comparsa verso la fine del '700 e voluta da Maria Teresa d'Austria proprio in quel luogo, dal quale fu sloggiato il "verzee" (mercato ortofrutticolo)
dell'Arcivescovo.
L'opera venne affidata dal conte Carlo di Firmian, plenipotenziario dell'imperatrice, a Giuseppe Piermarini, che dal 1770 era "imperial regio architetto".
Nello splendido progetto egli sarà affiancato
da un altro artista dell'Accademia di Brera, lo scultore Giuseppe Franchi, autore delle sirene e dei delfini che ornano la fontana, posta in opera tra il 1781 e il 1782
nell'ambito di un progetto più ampio di risistemazione della piazza.
Lo stile è neoclassico, nobile e sereno, chiaro esempio della maestria del Piermarini.
La fontana è composta da tre vasche sovrapposte, in granito rosa di Baveno.
E' situata all'interno di piazza Fontana.
Questa piazza viene ricordata soprattutto per l'attentato
terroristico del 1969, dove una bomba esplosa dentro
la Banca Nazionale dell'Agricoltura causò la morte
di 16 persone e il ferimento di altre 88.
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Milano
Fontana di Piazza Castello
" Turta di spus" (Torta degli sposi)

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Negli anni Trenta, in occasione di una visita di Mussolini, fu costruita, davanti all'ingresso del Castello Sforzesco, una grande fontana di pietra bianca, rotonda, con una parte cilindrica, dello stesso materiale, rialzata al centro della vasca principale. Sia dall'elemento centrale che dai bordi della vasca principale partivano numerosi getti d'acqua. Doveva essere provvisoria, ma piacque e restò. Durante la guerra i giochi d'acqua furono chiusi e riaperti solo nel dopoguerra.

Alla fine degli anni Cinquanta, per i lavori di costruzione della linea 1 della metropolitana, la fontana fu smantellata perchè occupava lo spazio di un cantiere.

Non se ne sentì più parlare, tanto che correva voce che fosse stata trasportata da un noto uomo politico nella sua villa in Tunisia, dove si era rifugiato.

Era solo una leggenda metropolitana: i resti della vecchia fontana, ormai inutilizzabili, si trovavano in vari depositi comunali. Venne però deciso di ricostruire la fontana che, da circa dieci anni, è tornata davanti al Castello, con i suoi giochi d'acqua, i suoi zampilli rinfrescanti nella stagione calda, il suo colore bianco che l'aveva fatta soprannominare "torta di spus" (torta degli sposi) per la sua somiglianza ad una torta nuziale.

E' bello fare una foto ricordo davanti alla Fontana e al Castello.

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Dall'Archivio del Corriere della Sera (1° giugno 1999)

Torna in piazza Castello la fontana "turta di spus"

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La fontana (realizzata dall' Aem per un incontro di Mussolini con i reduci dell' Abissinia) venne salutata con favore dai cittadini e soprattutto dai turisti, poiche' sedendosi sul bordo della grande vasca potevano farsi fotografare insieme alla Torre del Filarete. In una Milano tradizionalmente povera di fontane (la prima e la piu' bella e' rimasta quella di piazza Fontana, disegnata dal Piermarini nel 1780) un getto d' acqua in piu' pareva dare sollievo soltanto a guardarlo, nei giorni di canicola. Invece arrivarono poco dopo i giorni dell' oscuramento, e la fontana del Castello, che di notte era illuminata, venne subito soppressa. Riprese il suo chioccolio nel dopoguerra, ma le sue traversie non erano finite. Gli scavi della prima linea della metropolitana la costrinsero a sloggiare per costruire la fermata Cairoli. Al momento sembro' un lutto provvisorio per la citta' , che pero' in pochi anni parve dimenticare che la fontana fosse esistita.
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Messina - Fra G.A. Da Montorsoli
Fontana di Orione in Piazza Duomo

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Giovanni Angelo Montorsoli
(Firenze, 1507 – 31 agosto 1563)
è stato un religioso, scultore e architetto italiano.



La Fontana di Orione (1547-51, restaurata di recente): Orione mitico fondatore di Messina.
Venne realizzato un complesso sistema di canalizzazioni. La fontana presenta una struttura piramidale: in alto Orione con ai suoi piedi il suo cane Sirio. Sotto, 4 puttini che cavalcano delfini dalle cui bocche esce acqua che si riversa nella tazza sottostante. Seguono 4 Naiadi e 4 Tritoni in vasche sempre più grandi. Poi una grande vasca dodecagonale con 4 statue raffiguranti i fiumi Nilo, Tevere, Ebro, Camaro (quest’ultimo è il piccolo torrente che alimenta la fontana). Si finisce con 4 piccole vasche e 8 mostri acquatici in pietra nera. Quest'iconografia complessa ancora non è stata totalmente chiarita.


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La Fontana del Nettuno (1557)
Si tratta della seconda opera realizzata in città (nel 1557) da Giovanni Angelo Montorsoli, in cui l'autore esprime con genialità creativa il potente stile michelangiolesco.



La posizione originaria della Fontana del Nettuno era di fronte alla Palazzata sulle banchine del porto, con le spalle rivolte al mare, a simboleggiare il Dio Nettuno che benedice, con la ricchezza del suo mare, la città di Messina.
In origine situata alla Marina, e spostata dopo il terremoto del 1908 dove si trova tuttora oggi, nella piazza dell’Unità d'Italia (Piazza Prefettura) ma arbitrariamente ruotata di 180 gradi rispetto alla posizione originaria cosicché oggi è rivolta verso il mare, modificandone la simbologia.
 
Nella posizione originaria, la Fontana del Nettuno era perfettamente allineata con le altre due opere realizzate dal Montorsoli, la Fontana di Orione e la Lanterna di San Ranieri (il Faro del porto).

Rappresenta il buon governo.




Il dio Nettuno, come appena sorto dalle acque, calmo e invincibile, brandisce il suo temibile tridente e tiene incatenate ai suoi piedi le mostruose Scilla e Cariddi; è un'allegoria della forza fisica e morale della Città che doma le avversità.
Le statue originali di Nettuno e di Scilla sono custodite nel Museo Regionale.
 
Per i progetti simbolici sono molto probabili i suggerimenti dallo scienziato, matematico e letterato abate Francesco Maurolico.
 
 
Delle tre più importanti e belle fontane monumentali dedicate a Nettuno, quella di Messina è la più antica perché completata nel 1557 rispetto al "il Nettuno del Giambologna" a Bologna che è del 1563-1566 e quella di Bartolomeo Ammannati a Firenze del 1563-1577.
 
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Giovanni Angelo da Montorsoli
 
Toscano, frate Servo di Maria, collaborò con Michelangelo alla Sagrestia Nuova di San Lorenzo a Firenze, dove scolpì il San Cosma che fu da Giorgio Vasari disposto a lato della Madonna (1536-37). Operò in numerosi campi, come restauratore di statue antiche (restauro del Laocoonte) e come progettista e allestitore di apparati festivi. Inoltre realizzò numerosi monumenti funerari fra i quali possiamo citare la tomba di Mauro Mafferi (1537) nel Duomo di Volterra e la tomba di Andrea Doria (1541) nella chiesa di San Matteo a Genova.



Ebbe una certa libertà di lavorare in Italia e all'estero finché Paolo IV non emanò alcune norme più restrittive sui religiosi (1547).
Come Benvenuto Cellini tentò la strada della corte di Francia grazie all'intercessione del cardinale Ippolito II d'Este e servì presso Francesco I, ma in seguito a malintesi con cortigiani e tesorieri se ne tornò in Italia. A Firenze entrò in competizione con Baccio Bandinelli, il quale pare riuscì a far distruggere un suo gruppo marmoreo di Ercole e Caco (stesso soggetto di una famosa e criticata scultura del Bandinelli in piazza della Signoria) che si trovava in una fontana della villa di Castello. L'accaduto è menzionato dal Vasari e da una lettera scritta dallo scultore stesso a Cosimo I.


Si stabilì a Messina tra il 1547 e il 1557 dove era stato chiamato dal Senato Messinese per edificare, allo sbocco dell'acquedotto del Camaro (costruito nel 1530-47), sulla piazza del Duomo, una fontana (di Orione) che fosse di pubblica utilità, di decoro e di celebrazione del pubblico potere e dell’impresa. Questa opera di scultura ebbe anche notevoli funzioni di scenografia urbana. Situata davanti al Duomo, ma spostata dal suo asse longitudinale, implicò il riassetto di tutta la piazza (abbattimento della chiesa di S. Lorenzo nel 1550 per crearle un nuovo fondale e una risonanza scenografica).
Il Montorsoli ebbe anche l’incarico di costruire la nuova chiesa di S. Lorenzo. La sistemazione della piazza del Duomo, dove erano inscindibili scultura architettura e spazio urbano, fu una delle prime importanti esperienze urbanistiche che si compì nell'Isola.


A differenza degli altri artisti continentali dell'età precedente egli operò con una consapevolezza di stile e di cultura tale che non ammette compromessi con l'ambiente che lo ospitava.
A Messina lasciò numerosi seguaci.
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Le 12 Cartoline postate sono di mia proprietà
 


2 commenti:

  1. Hola Serena, son splendidi! mervigliosi, un grande privilegio! Baci.

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  2. Sono tutte belle fontane e belle fotografie, ma sapessi quanti intensi ricordi mi hanno suscitato quelle di Milano!

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Ringrazio anticipatamente per la Vostra gradita visita e per le Vostre gentili parole che saranno lette con interesse e piacere.