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giovedì 24 marzo 2011

LIBRI D'ORE - MANOSCRITTI MINIATI - Tavole - 5

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I primi manoscritti miniati ed illustrati datano all V sec. d.C., tuttavia libri e rotoli venivano decorati anche in epoca classica. Infatti, è plausibile che i rotoli di papiro fossero decorati nell’antico Egitto ed in Grecia; inoltre, autori latini quali Varrone e Marziale, riferiscono dell’esistenza di ritratti degli autori all’interno dei manoscritti Romani. La grande diffusione della pratica di illustrare i manoscritti è comunque una conseguenza dell’invenzione del libro vero e proprio, ovvero, il passaggio dal rotolo di papiro ai codici consistenti in fogli di pergamena rilegati insieme. Questo cambiamento prese piede in un periodo compreso fra il II ed il IV secolo d.C. L’arte di illustrare i manoscritti rimase un’arte fiorente almeno fino al XVI secolo quando i codici manoscritti riccamente decorati vennero lentamente sostituiti dai libri stampati.

http://web.ceu.hu/medstud/manual/MMMit/frame17.html


Un cordiale saluto e un sentito ringraziamento a tutti i lettori. 


Tavole 32/32


                                                                                       

LIBRI D'ORE - MANOSCRITTI MINIATI - Tavole - 4

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La rosa è per eccellenza il fiore legato alla Madonna chiamata anche “rosa senza spine” cioè non toccata dal peccato originale; la tradizione narra infatti che la rosa del giardino nell'Eden fosse priva di spine. La rosa con le spine è invece attributo del martirio. Il fiore ricorre anche in alcuni episodi della Sacra Famiglia e nelle immagini del Santo Sepolcro. Le rose rosse possono anche rappresentare il sangue di Cristo mentre quelle bianche sono lavate dalle lacrime della Vergine.


Anche l'iris, dalle diverse colorazioni, viene comunemente considerato un fiore della Madonna e talvolta sostituisce il giglio nelle scene dell'Annunciazione, in altri casi è associato al suo dolore per la morte di Gesù.

La viola nell'immaginario popolare è simbolo di modestia e umiltà; per questo viene anch'esso accostato alla Vergine ma anche a Gesù che ha avuto l'umiltà di farsi uomo. Il fiordaliso che cresce spontaneamente nei campi di grano viene associato alla figura di Gesù come pane Eucaristico e anche alla sconfitta del demonio poichè al fiore si attribuivano proprietà contro il morso dei serpenti.

La fragola è considerato cibo dei beati e come tale richiama l'immagine del Paradiso. Viene associato all'Annunciazione e all'Incarnazione di Cristo che secondo la tradizione avvennero in primavera, contemporaneamente alla nascita del frutto.

Il giglio, che nell'Antico Testamento veniva associato alla fertilità e alla bellezza, nell'iconografia medievale, ricorda l'episodio di Gesù bambino che dona fiori di giglio ai santi e viene collegato alla castità e alla purezza. Per questo diviene uno dei simboli che più spesso accompagna la figura della Vergine, soprattutto nelle scene dell'Annunciazione.

Il melograno nel Medioevo è spesso raffigurato in mano a Gesù Bambino come simbolo della futura Resurrezione mentre tra le mani della Madonna può indicare la castità.

Accenniamo brevemente al significato allegorico attribuito agli animali che abitano le decorazioni nei libri d'Ore

L'uccello, spesso presente nelle bordure, come la farfalla, raffigura l'anima umana che abbandona il corpo al momento della morte.

La lumaca, animale che si chiude nel guscio, nella dottrina cristiana è diventata simbolo di virtù e sobrietà.


Quello che all'apparenza può sembrare un semplice corredo decorativo, si rivela invece un interessante elemento per svelare alcuni segreti di quest'epoca, in cui l'arte, la realtà e la fede si fondono in un'unica percezione del mondo.

http://www.giuseppesolmi.it/restauro.html


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Tavole  24/32




martedì 22 marzo 2011

LIBRI D'ORE - MANOSCRITTI MINIATI - Tavole - 3

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LA DECORAZIONE DEI LIBRI D'ORE


Le pitture non avevano solo uno scopo decorativo ma integrandosi con il testo dovevano aiutare la meditazione e la preghiera. Soprattutto per coloro che non sapevano leggere, non dimentichiamo che il grado di analfabetismo era alto anche tra i proprietari dei libri d'ore e l'immagine serviva quindi a capire in quali preghiere recitare, a memoria, o quali testi ricordare. Ma è interessante notare che accanto a questo aspetto di rigorosa osservanza della tradizione qua e là sulle bordure comparivano elementi riconducibili a una dimensione più ludica della vita.

Strane figure, mezzo uomo e mezzo animale, piccoli mostri, creature immaginarie in atteggiamento grottesco avevano tutti lo scopo di insinuare forme di divagazione e di evasione rispetto alla formale serietà del testo e hanno un importante ruolo decorativo oltre che simbolico. Tali figure sono appellate con il termine di “grilli gotici ” dallo studioso Baltrusaitis.

La disposizione delle miniature all'interno del volume segue uno schema ben ordinato e le immagini rappresentano episodi legati alla vita di Gesù e della Vergine ma non mancano anche passaggi e figure dell'Antico Testamento. Cominciamo dal calendario, solitamente posto all'inizio del libro. Negli esemplari più ricchi è decorato con costellazioni zodiacali, con scene di vita nobiliare e le attività legate alla vita nel corso delle stagioni come la mietitura, la vendemmia o l'uccisione del maiale.

Nei brani dai Vangeli viene normalmente raffigurato S. Giovanni, raramente si trovano gli altri Evangelisti, comunque sempre accompagnati dal loro simbolo.

Le miniature che introducono ciascuna delle otto ore canoniche sono: l'Annunciazione, la Visitazione, la Natività, l'Annuncio ai pastori, l'Adorazione dei Magi, la Presentazione al Tempio, la Strage degli Innocenti o la Fuga in Egitto. La sequenza termina spesso con la Dormizione o l'Incoronazione della Vergine. In alternativa possono apparire scene dal ciclo della Pasqua come il tradimento di Giuda, la salita al Calvario o la Crocifissione. Nei Salmi Penitenziali troviamo raffigurati episodi legati al re Davide mentre nell'Officio dei defunti compaiono riti funerari, immagini del Giudizio Universale o l'episodio di Giobbe che incontra i fratelli. Nella parte finale del libro compaiono i Santi con i loro attributi o con gli strumenti del martirio; ad esempio S. Pietro è raffigurato con le chiavi, S. Sebastiano trafitto da dardi, S.Lorenzo con la graticola, S.Stefano con un sasso, Santa Caterina d'Alessandria con la ruota. Queste illustrazioni sono quasi sempre di dimensioni inferiori rispetto alle tavole più importanti che aprono le Ore Canoniche. Le miniature sono spesso circondate da magnifiche bordure con stili e caratteristiche diverse a seconda del periodo. Si va dalle più semplici costituite da girari di foglie stilizzate e riconducibili al periodo gotico, a quelle, forse più note, saturate da un fitto intreccio di tralci di foglie d'acanto, di fiori, frutti e animali per arrivare a bordure più naturalistiche di derivazione fiamminga .

Le bordure floreali, per iconografia e stile, vanno ricondotte all'Hortus Conclusus, ovvero a quell'immagine ricorrente nel Medioevo e ispirata al Cantico dei Cantici che recita "giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata". Rappresentato da un giardino segreto e fantastico, che offre riparo dal male, nel quale crescono fiori e frutti allegorici, sempre associati alla figura della Vergine Maria e del Paradiso.
http://www.giuseppesolmi.it/restauro.html
 
 
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                                                                                                      (anche l'Introduzione dei Libri D'Ore)
 
 
Tavole  18/32
 


lunedì 21 marzo 2011

LIBRI D'ORE - MANOSCRITTI MINIATI - Tavole - 2

                                                                                
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LIBRI D'ORE A STAMPA



Il Libro d'Ore nacque manoscritto, ma l'invenzione della stampa, alla metà del XV secolo, permise la riproduzione seriale dei volumi rendendoli disponibili per un pubblico più vasto. Le botteghe tipografiche offrivano varie tipologie di volumi:

- Stampati su pergamena con capolettera, bordure ed illustrazioni miniate.

- Stampati su pergamena con illustrazioni colorate.

- Stampati su pergamena con solo capolettera miniati.

- Stampati su carta con illustrazioni colorate o in bianco e nero.


I più facoltosi continuarono a preferire il libro manoscritto con numerose miniature e più ci si avvicinava a questa tipologia più aumentavano il costo e la qualità dell'oggetto. I volumi della prima categoria, sono quasi indistinguibili dai manoscritti; solo la regolarità della textura tradisce la stampa. Le miniature e le decorazioni sono ben eseguite a pennello con sottili linee in oro liquido e a volte utilizzano le illustrazioni xilografiche sottostanti come disegno preparatorio. Certo la qualità delle immagini non è paragonabile a quelle dei grandi maestri, ma la semplicità da “bottega artigianale” li rende molto gradevoli. E' difficile distinguere una miniatura da una xilografia miniata, solo osservando la pagina in controluce diventa visibile l'incisione sottostante.

Alla seconda tipologia appartengono le xilografie colorate: con pennellate di acquerello venivano ravvivate le illustrazioni in bianco e nero, in maniera generalmente più fine rispetto alle illustrazioni degli incunaboli stampati su carta; a volte con l'uso dell'oro liquido si ottenevano effetti quasi tridimensionali. Non dobbiamo però pensare che un Libro d'ore con illustrazioni in bianco e nero fosse povero, spesso le figure erano più numerose e di sorprendente qualità; anche sui bordi delle pagine vediamo scorrere immagini di sequenze bibliche e magnifiche danze della Morte, dove popolani, nobili, borghesi ed ecclesiastici danzano con la “grande consolatrice”.

Le botteghe specializzate nella produzione di Libri d'Ore colorati o miniati erano soprattutto situate in Francia e a Parigi in particolare, mentre gli esemplari stampati in Italia sono molto più rari e generalmente in bianco e nero.

Le più famose botteghe tipografiche parigine furono quelle di Philippe Pigouchet spesso compagno di Simon Vostre del quale vanno ricordate le bellissime danze della morte impresse sulle bordure delle pagine. Un altro atelier è quello di Thielman Kerver che produsse volumi illustrati di straordinaria qualità con magnifiche incisioni, mentre Antoine Vérard va citato per le Grandes Heures, libri d'Ore di grandi dimensioni. Queste tipografie si avvalevano per le decorazioni di miniatori, probabilmente apprendisti di bottega per le edizioni comuni e grandi nomi per committenti particolari.

Ma la bottega forse più conosciuta e con la maggiore produzione è quella dei fratelli Hardouin. Gilles, attivo fra il 1500 e il 1542, lavorava a Parigi vicino al Ponte di Notre Dame all'insegna della rosa. Il fratello Germain, che aveva la bottega poco distante, all'insegna di Santa Margherita era “in arte literarie picture peritissimus”, iscritto cioè alla gilda dei Miniatori. Possiamo immaginare la forza di un'impresa familiare che riesce a produrre al suo interno l'intero Libro d'Ore, dalla stampa alla miniatura, diversamente da chi doveva coinvolgere altre figure professionali. Sembra particolarmente azzeccata anche l'idea di possedere due diverse botteghe pur lavorando insieme; forse una era dedicata alle produzioni “popolari” e l'altra a quelle di materiale più lussuoso. Tutti gli atelier produssero libri di qualità straordinaria, che ancora oggi ci stupiscono per la loro bellezza.

La richiesta di Libri d'Ore non diminuì nei secoli seguenti ma cessarono di essere uno “status symbol” per divenire dei comuni libri di preghiere o parte degli stessi.

http://www.giuseppesolmi.it/restauro.html
 
 
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                                                                    (anche l'introduzione ai Libri D'Ore)
 
 
Tavole 12/32