venerdì 29 aprile 2011

DISEGNI DI GRANDI MAESTRI - Collezione 2

... Segue
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                                                                                                                       ... Continua ...
N° 22/68 Tavole

                                                      

mercoledì 27 aprile 2011

DISEGNI DI GRANDI MAESTRI - Collezione 1

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Non si può non affermare che siamo un popolo eclettico, da sempre.
- Italiani, artisti per antonomasia! -

Parlando di Storia dell'Arte, (senza voler tenere lezione perchè sarei la persona meno adatta e l'argomento sarebbe troppo vasto) vorrei soffermarmi un attimo, solamente, su un punto del periodo iniziale del Rinascimento.

L’arte rinascimentale fu segnata da una scoperta molto precisa: la prospettiva.
Ma, benché la prospettiva ebbe un ruolo storicamente fondamentale, non fu probabilmente l’elemento determinante per far nascere il rinascimento.
L’elemento decisivo fu il disegno.


Per quanto possa sembrare strano, è solo da questo momento in poi che gli artisti imparano realmente a disegnare: imparano cioè a utilizzare il disegno soprattutto per rappresentare le proprie idee. Trasformarono il disegno nell’arma più potente che si potesse immaginare: - uno strumento che consentiva di creare di tutto - immagini, oggetti, spazi.

Da questo momento il disegno diviene lo strumento progettuale per eccellenza. E ovviamente determinò una evoluzione nel campo dell’arte che non sempre viene compresa e valutata come si deve. Ma il disegno era, ora, non più una semplice tecnica di rappresentazione: era uno strumento di pensiero. Era uno strumento che consentiva di materializzare le proprie idee e, ovviamente, consentiva di pensare meglio e  che portò ad una conseguenza inedita: fu possibile, per l’artista, scindere il momento dell’ideazione da quello dell’esecuzione. All’artista poteva anche bastare fare il disegno dell’opera che intendeva realizzare: la realizzazione poteva anche affidarla ad altri, i quali, grazie ai disegni avuti, divenivano dei semplici esecutori materiali di quanto ideato dall’artista.


Sintetizzare la grande rivoluzione prodotta dal Rinascimento in arte non è semplice. Uno dei punti essenziali è, come abbiamo detto, il disegno. Altro punto determinante, da un punto di vista stilistico, fu la nascita della prospettiva. Ma il Rinascimento fu anche una riscoperta dell’antichità classica e, da un punto di vista sociale, una profonda evoluzione della figura stessa dell’artista.
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Mi ritrovo una bellissima Collezione di "Disegni di Grandi Maestri" del Rinascimento e oltre.
Sono Tavole cartonate, riproduzioni di fotografie rilasciate da Musei, Accademie, Pinacoteche ecc., legittimi proprietari degli originali. 
Stampate nel 1952, le Tavole in mio possesso sono in numero di 68, ognuna misura 30x22 cm e, lo spessore del cartoncino è di  1 mm.

















Nato a Firenze nel 1330 circa
























































Nato a Treviso nel 1470 - Morto a Venezia nel 1554






























N° 12/68 Tavole                                                          Continua ...


sabato 23 aprile 2011

PASQUA di Resurrezione -

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PASQUA di Ada Negri




lo canto la canzon di primavera,
andando come libera gitana,
in patria terra ed in terra lontana,
con ciuffi d'erba ne la treccia nera.
E con un ramo di mandorlo in fiore
a le finestre batto e dico: Aprite,
Cristo è risorto e germinan le vite
nove e ritorna con l'ApriI l'amore!
Amatevi fra voi, pei dolci e belli
sogni ch'oggi fioriscon su la terra,
uomini della penna e de la guerra
uomini de le vanghe e dei martelli.
Schiudete i cuori: in essi erompa intera
di questo dì l'eterna giovinezza;
io passo e canto che vita è bellezza,
passa e canta con me la primavera






Il Pettirosso di E. Pea



Il pettirosso, ch'è di me più saggio,

 non si lamenta se il raccolto è scarso.

se la neve ha coperto le campagne,

se l'acqua s'è gelata alla sua sede

e se il vento stentegna il suo ricetto.

Dopo l'annata magra ecco che viene

l'abbondanza nell'aria e dopo il verno

il ruscello ricanta, il vento è brezza,

 al pettirosso  dolce ninna nanna.

                                                                      Il pettirosso ch'è innocente e bello

                                                                      sa che la Provvidenza lo sostenta,

                                                                       sa che chi pate è poi racconsolato,

                                                                       conosce il sangue, il pianto e la speranza

                                                                        come ogni creatura che si lagna,

                                                                         ma non conosce la disperazione.

                                                                       Il pettirosso che porta le insegne

                                                                        di Cristo sul candore del suo seno,

                                                                       che fu presente al pianto di Maria

                                                                        quando la terra si coprì di nubi,

                                                                        l'augellino prescelto a colorirsi

                                                                         d'una stilla di sangue di Gesù,

                                                                         vive, paziente, d'ogni Provvidenza,

                                                                         sicuro aspetta, spera, crede e canta,

                                                                         si specchia al cielo che gli pare suo!





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




Auguro a tutti voi una serena e lieta Pasqua.


Cliccando due volte sulle immagini e scritti si ingrandiscono.

 

giovedì 21 aprile 2011

COMACCHIO e PANAREA

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Credo non abbiano niente in comune, tranne il fatto che sono due particolari località turistiche dell'Italia, come ce ne sono tante altre sparse nella nostra bella Penisola.
Fortunatamente, anni addietro, le ho visitate e immortalate, scattando le classiche fotografie panoramiche, però, poi, ho voluto fare di più ... ho impressionato una foto per ogni località ... dipingendola!
La mia pittura è senza pretese ... non lo faccio sempre ... solo quando mi viene un pizzicorino alle mani e sento gli occhi pieni di colore ... allora, tiro fuori colori e pennelli e ... impiastriccio!











            


              Comacchio
      Complesso architettonico Trepponti





     Dipinto a tempera su tavola di legno,
         misura 30x24 cm (senza cornice)








Ponte dei Trepponti


Voluto nel 1634 dal Cardinale Giovan Battista Pallotta
e progettato dall'Architetto ravennate Luca Danese,
è il monumento più conosciuto e visitato del centro storico.
E' formato da cinque scalinate (tre anteriori e due posteriori)
e da cinque archi a tutto sesto sotto i quali scorrevano cinque canali.
Con la sua imponenza sovrasta la suggestiva
e incantevole omonima piazzetta
http://www.comacchio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=28&Itemid=9




 
 






Panarea (Eolie) Villaggio Preistorico

Dipinto a tempera su tavola di legno, misura 30x25 cm (senza cornice)



Panarea
fu abitata già in epoca preistorica come testimonia il villaggio (vedi foto) dell'età del Bronzo (XIV secolo a.C.) sul promontorio del Milazzese, a sud-ovest dell’isola. La particolare posizione del pianoro, proteso verso il mare e protetto da alte pareti a dirupo sul mare - dunque facilmente difendibile - ne fece un luogo ideale per l'insediamento: nel villaggio, di cui sono visibili e visitabili i resti di una ventina di capanne, sono stati ritrovati materiali d’origine micenea, a testimonianza del ruolo svolto, anche in antichità, dall'arcipelago eoliano, al centro delle principali rotte commerciali del Mediterraneo.



Nell'antichità si ritrovano diversi nomi per Panarea: Euonymos (che sta a sinistra, andando da Lipari verso Sicilia) e Hycesia (la supplice). Poi è apparso Panaraion (la distrutta) per passare poi a Pagnaria (la maledetta) , quindi a Panaria ed infine a Panarea.


Per il resto Panarea condivide la storia delle altre isole Eolie ed in particolare di Lipari. Abitate fin dal neolitico, nel periodo fra il VII e il VI secolo a.C. le isole furono preda di continue scorrerie etrusche fino a quando quest’ultimi non vennero sostituiti dalla colonizzazione greca.


Nel 264 a.C. Lipari è alleata dei Cartaginesi e le isole devono quindi subire i continui attacchi della flotta romana. Nel 252 a.C. Lipari e le sue isole passeranno sotto il dominio romano. Ne sono prova i resti di una villa romana sulla difficilmente accessibile sommità dell’isolotto di Basiluzzo, proprietà di un eccentrico possidente romano, evidentemente amante dell’asprezza e bellezza dei panorami panarellesi.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dipinti di Serena Bucci