Cartoline
Natività
Sacra Famiglia
Gesù Bambino
I Pastori del Presepio
Fuga in Egitto
Presentazione
al Tempio
* Gian Luigi Uboldi (1915-2005)
Accademia Carrara di Bergamo
Mostra dedicata a Gian Luigi Uboldi di Cristiano Beccaletto
Bergamo, maggio 2007 - Gian Luigi Uboldi insegnò a lungo, dal 1960 al 1978, all’Accademia Carrara di Bergamo. Ora, a due anni dalla sua scomparsa, il Salone d’onore della Pinacoteca Carrara ha ospitato dal 27 aprile al 17 maggio una rassegna delle sue opere xilografiche: dai piccoli ex libris alle grandi tavole.
Solo per dare qualche numero, le opere dell’artista, che la figlia Marina sta con pazienza catalogando, abbracciano vari campi dell’arte visiva; sono alcune centinaia le opere pittoriche; 1206 le xilografie, delle quali 358 classificate come varie, le altre a soggetto sacro; inoltre si contano 123 acqueforti e 31 litografie; gli ex libris, prevalentemente xilografici, sono 313.
Uboldi è stato quindi un artista poliedrico essendosi cimentato nella pittura su tela, nell’affresco, nel mosaico, nelle vetrate. Ha avuto una predilezione per la xilografia, arte antica oggi troppo spesso dimenticata. Era particolarmente attratto dall’arte Sacra, tanto che ebbe una lunga e proficua collaborazione con la tipografia Vaticana, durante il pontificato di Paolo VI. ...........................
http://www.artifexlibris.com/bni_2007_06_28_uboldi_accademia_carrara_bergamo.htm
Conferenza di Alberto Longatti a Palazzo Volpi
Un alito di vento - L’arte di Gian Luigi Uboldi e gli anni degli ex libris a Como
..... e faceva parte di una cornice pittoresca di boheme in quel sodalizio internazionale, qual era l’associazione “Bianco e Nero”, che purtroppo morì insieme al suo grande fondatore, Mantero, il quale si spense nell’83. Ma nell’epoca d’oro di questo gruppo – come già detto – molto si adoperò anche Uboldi, non solo con le sue opere, ma anche con la personalità che lo contraddistingueva, col modo di concepire il lavoro a metà tra sogno e realtà. Anzi, la realtà stessa viene superata con una concezione trascendente che la trasfigura: ad esempio, le immagini che rappresenta sono in sé realistiche, ma come estrapolate dal contesto quotidiano. E così le case, i palazzi di Como e le luci sul lago, da lui tanto amato, si affastellano per ricomporre nuove prospettive, come se il Duomo o Porta Torre volessero raccontare nuove storie, diverse da quelle scolpite nei loro secoli di pietra. Longatti ricorda infatti che l’artista aveva la notevole capacità di condensare le forme, divertendosi a fare mosaici di figure una dentro l’altra.
Longatti conclude rammentando come purtroppo le tecniche della xilografia e dell’acquaforte oggi non abbiano una grande circolazione, anche perché pesa il pregiudizio che le opere da esse ricavate siano dei multipli, in realtà ogni stampa è a se stante, firmata da un artista che deve anche avere una grande perizia tecnica. Questo era appunto lo stile di Uboldi, lo stile che ha la magia dell’artista e la sapienza dell’artigiano.
http://www.artifexlibris.com/bni_2007_07_15_gian_luigi_uboldi_alberto_longatti_02.htm
Cartoline di mia proprietà
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