Riprendendo il discorso di Castelnuovo al Volturno, riferente a quel periodo della seconda guerra e il collegamento con la "Casa di Serena", c'è stato un episodio che vorrei raccontare e che pochi conoscono, forse un pugno di vecchi del paese ancora rimasti, fra questi il falegname, Giovanni Tommasone, citato da me in un post precedente e citato anche, nell'articolo di un giornale di allora, perchè testimone oculare del misfatto-bombardamento. http://www.italia-rsi.org/alleatidichi/castelnuovoalvolturno.htm
L'episodio, mi era stato raccontato tante volte sia da mia suocera che dalla mamma di lei, nonna Rosina per i nipoti e Zi'R'sina (pronunciato a denti molto stretti) per la gente del paese.
La casa dei nonni (credo ampliata negli anni venti) era al centro del paese ed era una delle più grandi. Un lato della casa affacciava quasi sulla piazza e si presentava come fosse di due piani. Al piano terra, c'erano due portoncini con accesso su strada che si aprivano su due stanze, le quali, erano adibite a frantoio pubblico, poi dismesso e rimpiazzato dalle cantine. Il primo piano, che con i due balconi, l'ampia sala, cucina, retro cucina, bagno, e tre stanze che si succedevano, adibite a dispense, refrigerate perchè quasi interrate e senza aperture, era il cuore della casa. Il secondo piano si intuiva che c'era, perchè era visibile l'unica finestrella del bagno sopra al balcone di sinistra; su questo piano c'erano due camere da letto e il sottotetto (ora la mansarda), l'accesso era esterno. Il tetto era tutto un gioco di pendenze dato che la casa si estendeva ancora in lunghezza e con varie altezze. I lati lunghi laterali della casa seguivano l'andamento del terreno, in salita, verso la montagna proprio alle spalle. Sul lato destro, dopo l'ingresso principale alla casa, al quale si accedeva tramite una serie di gradini, seguiva il camminamento erboso, frammentato da altri gradini e scale in pietra o cemento, con i diversi accessi esterni, alle varie stanze. Affiancati al camminamento, ancora più a destra e sempre in salita verso la montagna, si susseguivano il giardinetto, il pergolato di viti, orto e piante da frutto, fino al retro della casa dove, scostati, c'erano il pollaio e la conigliera. Era piuttosto riparata.
Forse, proprio per la sua posizione, nella primavera del '43, dato che la gente del paese era ancora sfollata ed anche i nonni, in questa casa, gli americani allestirono l'infermeria. Alcuni loro feriti morirono e li sotterrarono nel giardino. Finita la guerra però ritonarono per esumare quei corpi per poi tumularli nei loro paesi.
Nella casa si avvicendarono "gli alleati" (quando scacciarono i tedeschi) ... inglesi, francesi, indiani e per ultimi i marocchini.
Quando i castelnovesi ritornarono alle loro case, scoprirono di essere stati depredati di tutte le loro cose.
Le case erano vuote. Anche per i nonni credo fu così.
Diceva la nonna che avevano sotterrato in giardino una cassa con dentro l'argenteria ... non la trovarono più e quando, per controllare, lei salì in camera da letto, dove ora c'è il soggiorno con il camino nella "casa di Serena", c'era solo il letto in ferro, nient'altro, avevano bruciato tutto forse per scaldarsi dato che, proprio dietro alla porta, che non c'era più, in terra trovò un mucchio di cenere ed il muro tutto annerito, segno che avevano acceso il fuoco in quel punto. Si guardò attorno con sgomento quando vide qualcosa per terra appoggiato al muro. Guardò meglio, ma senza toccare, era un rettangolo di cartone ... si chinò e lo prese ... lo girò e scoprì che era un quadro della casa senza più la sua cornice... era l'immagine sacra di una Madonna!
La persona che tolse la cornice e la bruciò ... non osò bruciare anche quell'immagine ... però la rivolse a faccia al muro! Non se la sentì di bruciare la Madonna ... forse ci credeva ... forse girandola, pensò che Lei non avrebbe visto la propria vergogna ...
Quell'icona c'è ancora, riposta in qualche scatolone assieme ad altre carte in attesa di essere visionate.
Impronta indelebile del fuoco
Continua ...Qui
Fotografie e Commento di Serena Bucci
...ma quando continua? spero presto...
RispondiElimina... speri presto ... perchè così finirà 'sta storia della "casa di Serena" ... di' la verità che ne hai le tasche piene!!! Devo raccontare ancora un altro fatto, divertente e credo singolare ... poi avrò finito. Bacio
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