domenica 3 luglio 2011

MUSICA e HAIKU

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Certe volte sono maniacale ... non credo però matta!
Quando mi piace una musica, la ascolto per ore sino allo stordimento. 
Solo musica, niente parole e ... classica prevalentemente.
Appena finisce, anzi, manco la lascio finire, dato che so a memoria anche l' ultima nota ... tac, schiaccio il tasto "repeat" (oppure lo imposto prima perchè mi conosco) e ricomincia la manfrina ... due, tre, quattro volte ... 
Trasportata in altro mondo ...
Devo essere sola però, niente figlie in giro ... proprio non mi sopportano, o meglio non sopportano la mia musica come io non sopporto la loro!
Ora, ho adottato gli auricolari, come loro ... e che mi chiamino al cellulare o che gridino dall'utimo piano della casa: "mammaaaaaa", non sento altro che la mia musica.
Volete sentire un brano delizioso? E' in tema con il post precedente appena terminato - 
(Venezia 3° atto da I Racconti di Hoffmann)







   
Haiku:
(5-7-5)
  

Pioggia tediosa
musica mi trasporta
La Barcarola

(Serena Bucci)







Jacques Offembach

Offenbach non è il cognome originale della sua famiglia.


Il padre, un uomo colto di origine ebrea, cambiò il proprio cognome in quello di una città in cui visse e dal 1802 la sua famiglia fu conosciuta con questo singolare cognome.

Tra i tanti talenti , il padre, fu anche un insegnante di musica e compositore. Nel 1816 si spostò a Colonia, dove nacque Jacques nel 1819.

Nel 1833 si spostarono a Parigi e fece ammettere il figlio come studente di violoncello al Conservatorio.

Difficoltà finanziarie costrinsero Jacques a lasciare gli studi alla fine del 1834.

Dopo alcuni lavori saltuari, trovò posto come violoncellista nell’orchestra dell’Opéra-Comique.

Divenne presto noto come virtuoso dello strumento, comparendo al fianco di famosi pianisti come Anton Rubinstein, Liszt, Mendelssohn, ….

Nel 1844 sposò Herminie d’Alcain; nel 1848 si spostò in Germania per sfuggire alla violenza rivoluzionaria in Francia, dove rientrerà poco dopo.

Nel 1850 divenne direttore d’orchestra al Théâtre Français, nel quale trovò ostilità per quel che concerne la sua produzione musicale. Quindi affittò, nella stagione dell’Expo, un piccolo teatro negli Champs-Élysées, a cui dette il nome di Bouffes Parisiens, e l’inverno seguente prese un teatro più grande in rue Monsigny/Passage Choiseul, dove ebbe inizio una carriera di grande successo per la rappresentazione di sue operette.

All’inizio, il musicista si limitò a comporre opere in un atto con pochi cantanti, solo a partire dal 1858 pose fine a questa limitazione, componendo la sua prima opera di grandi dimensioni, Orfeo all’inferno.

Offenbach scrisse almeno 100 operette, alcune delle quali furono molto popolari allora, e continuano ad esserlo ancora oggi.

Le migliori di queste combinano la satira politica e culturale con l’arguzia della “grande opera”.

Fra i lavori per i quali è ricordato (un catalogo di oltre novanta operette) vi sono Orfeo all’inferno, La bella Elena, La Vie Parisienne, La Grande-duchesse de Gerolstein e Barba Blu.

La sua opera più conosciuta è I racconti di Hoffmann.

Offenbach fu molto legato al suo paese d’adozione, e molti suoi lavori sono di sapore patriottico.

Ma ciò non l’aiutò quando scoppiò la guerra tra Francia e Germania nel 1870, poiché fu qualificato dalla stampa tedesca come un traditore, e da quella francese come una spia di Bismarck, fatti, questi, tanto gravi da indurlo a trasferirsi con la famiglia in Spagna.

Quando tornò a Parigi dopo la guerra le sue irriverenti operette furono accolte con successo dal pubblico, e segnarono, in concomitanza di fatti politici e militari, la fine dell’impero di Napoleone III.

Andato in fallimento nel 1875, l’anno successivo recuperò una buona parte delle perdite in un tour negli USA, dove diede 40 concerti a New York e Filadelfia.

Offenbach ottenne ulteriore popolarità con Madame Favart (1878), costruzione fantastica sulla vita dell’attrice francese Marie-Justine Favart, e La fille du tambour-major, un’opera di grande fantasia musicale.

Alcuni esperti giudicano il suo ultimo lavoro, I racconti di Hoffmann (Les contes d’Hoffmann) (tratto da 3 brevi storie di E.T.A. Hoffmann), il suo capolavoro, non finito a causa della sua morte nel 1880 e completato dal suo amico Ernest Guiraud e dato al pubblico nel 1881.
http://www.musicacolta.eu/2009/05/01/offenbach-breve-biografia/
 
 
 


3 commenti:

  1. Confesso che non sono molto preparato sulla classica (conosco e apprezzo pochissimi brani), però trovo normale che ti piaccia essere "rapita" dalla musica. A me capita spesso: cuffie alle orecchie, violin... ehm, chitarre elettriche a tutto volume, mi sdraio sul letto e in pochi minuti mi rilasso meglio che se avessi ingerito dieci flaconi di valium :-)

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  2. ci sei riuscita,eh...la perseveranza premia sempre..bellissima e dondolante ,la musica...bello l'haikuda essa ispirato..

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  3. Sciùsciù05/07/11, 16:19

    Brava !...Grazie !...fra le poche melodie classiche che mi piacciono questa è quella che preferisco..

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