venerdì 13 luglio 2012

DORA PESCETTI TOSI - Pittrice del '900 - Biografia

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In questa settimana, uno dei post più visitati dai lettori, è questo:
"PITTORI d'OGGI" - Prima metà del '900!
Appena l'ho visto in scaletta, lì sulla destra e con l'icona di quel quadro ...
mi sono data una manata in fronte ... e finalmente mi sono ricordata!


Quasi sempre, documento il materiale postato con tutte le informazioni, le più esaurienti possibili, reperite sul web o sulle enciclopedie. Mi piace la ricerca e sapere!
Della pittrice DORA TOSI, autrice del dipinto in questione, non avevo trovato proprio niente, come già riferito nel post ... tranne una piccolissima traccia che, con la mia caparbietà e fiuto, ho seguito! 
Devo dire che il mio voler sapere scaturiva dal piacere provato per il tipo di pittura di questa brava artista.
Dalla data del post (ottobre 2011) e sino al marzo di quast'anno, ho continuato le ricerche ottenendo finalmente, nientemeno che, la biografia inedita di Dora, stilata per me da una sua pronipote!

Per non perderla o cancellarla, l'avevo archiviata con l'intento di postarla in un secondo momento ma,  non vedendola più  ...  me ne sono dimenticata!
Ecco il perchè del mio "tocco" in fronte!

Ora sono soddisfatta e posso correlare il dipinto con la biografia!





Dora Tosi                                                                                                                  Anguillara Sabazia (1950)




Zia Dora





Dora Pescetti, in arte Dora Tosi, nasce il 4 giugno 1922 a Milano, la prima di tre fratelli ai quali resta legata tutta la vita. I genitori, Margherita Tosi e Riccardo Pescetti, decidono di chiamarla Dora in onore del fiume - la Dora Baltea - lungo le cui rive l'avevano concepita. L'acqua resta per lei un elemento importantissimo: ancora oggi, che ha ottantotto anni, ama nuotare, e non può vivere felice senza la vista del mare o di uno specchio d'acqua, paesaggi che del resto ha spesso rappresentato nei suoi quadri.


Inizia a disegnare fin da bambina, dapprima affascinata dal grande tavolo da ingegnere del suo nonno Pallino (Gaspare Tosi), così chiamato perché basso e tondetto. Anche Dora era piccolina, così piccola che arrivava appena con il naso al bordo del tavolo, e guardava con gran desiderio i grandi fogli da disegno e le matite…


Alle elementari è richiestissima, dalle sue compagne, la sua capacità di disegnare e decorare i quaderni. Disegna quando può e dove può, ma gioca anche: grandi lotte con il fratello Paolo, di cinque anni più giovane, e grande cura per la sorella Anna, quasi undici anni più piccola di lei. A Dora non piacevano molto le bambole, le piaceva di più il meccano.


Dopo le elementari si iscrive al ginnasio Parini, sempre a Milano. "Allora" - racconta - "si usava fare il libro dei ricordi, e qui c'erano pagine per disegnare… le sue compagne mi chiedevano sempre di fare i disegni per loro… e mi piaceva molto".

Lascia però gli studi alla fine del IV anno per gravi motivi di salute, e seguirà per due anni corsi presso scuole private di lingue, fino a decidersi per l'iscrizione al liceo artistico presso la scuola di Brera.


All'esame di ammissione di Brera per entrare alla terza liceo è promossa in tutte le materie tranne che in disegno. Racconta: "Mi diedero 4, pensa! Rimasi tanto meravigliata che andai in segretaria, per chiedere se si erano sbagliati… all'esame mi avevano chiesto di fare il disegno decorativo di un capitello, ed io lo avevo fatto, ma in un modo che davvero a loro non andava bene!"


L'anno successivo, invece, riconoscono che era così brava che la promuovono honoris causa anche se era stata malata e quindi assente per la maggior parte dell'anno.


Il primo anno che frequenta il liceo di Brera ha come insegnante Carrà, (Carlo Carrà, noto pittore italiano, 1881-1966), ed è proprio durante questo primo anno, all'età di 15 anni, che realizza il suo primo quadro (Natura morta con conchiglia).


"Sempre al liceo" - racconta - "ho iniziato a studiare anatomia dal vero, sul cadavere… dal liceo ci portavano in ospedale maggiore, in un'aula ovale molto bella… i ragazzi di solito svenivano molto più delle ragazze, lo ricordo come se fosse ieri… si apriva una porta ed entrava un medico, spingendo un carrello con il cadavere, per farci studiare e disegnare il corpo umano".


Quando inizia la guerra sceglie di continuare l'accedemia di Brera… , all'inizio sceglie scultura, ma deve lasciarla perché "ci voleva troppa forza fisica per la mia struttura e statura fisica…", e continua così con la pittura. "L'accademia, allora, anche se durava quattro anni, non si concludeva con un titolo di studio di tipo universitario, come invece succede ora…, ma dava tanto!"


Verso il secondo anno dell'accademia, prende in gestione lo studio del pittore Bruno Cassinari (1912-1992) con due amiche, Tiziana ….. ed Ornella …., fino a che Cassinari è in guerra. Quando torna, prende, sempre con le amiche, un nuovo studio in Corso Venezia, e continua a dipingere (tra gli altri il ritratto Donna con il cane), ma non vende ancora nessuna opera, e per non vivere solo dell'aiuto della famiglia fa lavori di costruzione di paralumi di stoffa e qualche restauro.


Presso lo studio di Corso Venezia si genera pian piano un movimento interessante di attori, artisti, poeti ed intellettuali dell'epoca: Quasimodo, che allora stava traducendo l'Iliade e l'Odissea, e poi il filosofo Remo Cantoni, Fantasio Piccoli ed altri attori (detti "i ragazzi del carrozzone") e Dora pian piano inizia ad avere qualche ordinazione di ritratti ma - dice - "ero una disgraziata… avevo tanti amori che mi facevano perdere tanto tempo… erano anni molto belli ed intensi, di formazione personale…"


Durante la guerra, mentre il fratello Paolo è in montagna, collabora come staffetta partigiana a Milano, usando il suo studio di pittura, situato in modo strategico sopra l'appartamento di un ignaro ed insospettabile zio fascista, come luogo di smistamento di giornali schierati contro Mussolini ed armi per la resistenza.


Finita la guerra viaggia molto per conoscere l'Italia, restando particolarmente affascinata ed innamorata della Sicilia.


Un critico d'arte che si interessa delle sue opere le consiglia di firmarsi Tosi perché considerava non adatto all'arte il cognome Pescetti…


È quindi con il cognome della madre che Dora inizia a firmare le sue opere e che, nel 1950, riceve il suo primo premio (Galleria Civica d'Arte Contemporanea di Suzzara) con il dipinto "Portofino" (ora esposto presso il Museo d'Arte di Gallarate) e, insieme al pittore Tomea, organizza una mostra personale presso la Galleria d'arte di via Montenapoleone, a Milano.


Nel 1953 si sposa con Mariano Maggiore di Santa Barbara e quindi si trasferisce a Roma, dove si sposa. Subito il matrimonio parte, con il marito, per il Brasile, dove trascorre quattro intensissimi anni, dipingendo per vivere, e conquistando importanti commissioni di ritratti e dipinti. "Riuscii a vendere - racconta - per un prezzo allora altissimo anche un paesaggio di Portofino, che avevo dipinto a memoria".


In Brasile, grazie al riconoscimento che ottiene, organizza un'esposizione personale presso la galleria d'arte moderna di San Paolo. L'esposizione ha molto successo, e nel …. parlano di lei diversi giornali.


Il Brasile è una tappa importante della sua maturazione personale ed artistica, ma comporta per Dora la difficoltà di doversi relazionare con un mondo con gravi contraddizioni. Racconta che un giorno le commissiona un ritratto un tizio tanto ricco da avere il volante della macchina d'oro, mentre tutt'intorno una miseria tremenda segnava i bellissimi paesaggi di Bahia. Il matrimonio, inoltre, non funziona, e decide quindi di tornare in Italia, dove continua a fare ritratti per commissione ma ha ormai perso i contatti con il mondo dei critici d'arte. Lo studio a Milano non è più disponibile e si sente ormai "fuori dal giro" (nel quale era appena entrata prima di partire per il Brasile con il premio Suzzara). Inoltre torna a vivere a Roma, dove, essendosi divorziata, va finalmente d'accordo con l'ex marito ma, cambiando il contesto, è più difficile per lei farsi conoscere.


Dopo alcuni anni torna a Milano dove, dagli anni '60, si occupa dei genitori, prima del padre malato e poi della madre, con la quale vive, tra Milano e Santa Margherita Ligure, fino al 1988.


"Tutta la mia vita artistica è stata segnata da grandi periodi di stasi e poi di ripresa… anche poco tempo fa avevo ripreso a dipingere, ma poi questo brutto incidente che mi ha fatto passare sei mesi a letto e per il quale, dopo più di un anno, faccio ancora fatica a camminare, mi ha indebolito molto".


Dora Pescetti, in arte Dora Tosi, non è soltanto una pittrice, è la zia adorata di una folta schiera di nipoti e bisnipoti, a cui ha trasmesso e continua a trasmettere l'amore per l'arte, per la poesia, per la letteratura ed in particolare per Saramago (il suo scrittore preferito, che legge ancora in portoghese), per il mare, il bellissimo Golfo del Tigullio che si vede dalle finestre di casa sua, a Santa Margherita Ligure.


L'ultimo quadro che ha dipinto - ma ancora ce ne saranno tanti altri - raffigura una barchetta, ed è di qualche mese fa…






Valentina Pescetti, novembre 2011


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lunedì 19/03/2012 16.06

Ciao Serena


In allegato la biografia di Dora Tosi scritta dalla nipote (la mia compagna). Spero possa esserti utile.

Un caro saluto,

Livio


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Ringrazio Valentina e Livio per la cortesia che hanno avuto nei miei riguardi e auguro con tutto il cuore - Lunga vita a Dora!




8 commenti:

  1. Ciao Serena, veramente molto, molto interessante questo post. Non conoscevo questa pittrice nemmeno di nome e sono felice di aver potuto leggere, qui date, la sua storia. Un bellissimo blog dove mi vedrai tornare spesso. Ciao, a presto.
    Antonella

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  2. Non conoscevo questa pittrice,di cui hai presentato un dipinto che trovo molto bello.
    La prima volta che vado a Gallarate, che non è molto distante da dove abito, andrò al Museo a vedere il dipinto esposto lì.

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  3. Ho letto come puoi immaginare tutto d'un fiato la biografia di Dora Tosi, che non conoscevo.
    Quando ho visto il dipinto ho pensato ad un quadro attuale, moderno, e mai avrei immaginato dipinto da una signora del 1922. E' una bellissima opera con un marchio d'artista particolare.
    Complimenti a te che hai saputo proporci una valida rappresentate del mondo pittorico.
    ciaoo Serena

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  4. Sarebbe già significativo da solo il quadro, di cui riproduci la fotografia, così intensamente originale e vibrante, a dire dello spessore dell'artista. Ma la biografia della signora Tosi spiega nel dettaglio quella bravura. Spero di vedere presto altri suoi dipinti. Del resto, amo sia la mia Liguria che Milano.

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  5. Serena sono di passaggio veloce, visto il quadro, pittrice con un carisma forte e volitivo... appena posso verro a trovarti, sono ancora a spasso .... per campi di lavanda, filari di viti; e freschi canali
    Un bacione

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  6. Il quadro mi ricorda tanti paesaggi umbri osservati nel 2007...quelle case arroccate su aspre colline, con tetti spigolosi e muti bianchi...davvero bello.
    Loredana

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  7. Ho avuto la fortuna di conoscerla e di abitare per un po' presso di lei nello studio di Milano.
    Sto facendo colazione con una tazza blu che mi regalò lei, e da qui l'impulso improvviso a sapere se sta ancora bene... Mi piacerebbe tanto saperne qualcosa in privato, lascio il mio indirizzo email per un contatto diretto.
    Per un po' ho frequentato anche sua nipote Martina, che certamente si ricorderà di me.
    Anna SCARDOVELLI scrittomisto@gmail.com
    Grazie di cuore!

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  8. Sono gianni ed ho avuto la fortuna di conoscere sua Zia, l'ho conosciuta tramite la sorella Anna, le avevo fatto l'ipianto d'allarme nel negozio sui navigli di Milano dove ero entrato con la moglie per ammire ed acquistare i suoi splenditi pizzi ed altri articoli, da li parlando necessitava l'allarme nel negosio, nella sua abitazione vicino a piazza Borromeo se ricordo bene dove pochi palazzi più avanti abitava la Sua Zia Dora, entrati , non voglio spingermi a pretendere "in amicizia" fui suo ospite a Santa Margherita Ligure dove aveva due ville e li conobbi tutta la famiglia compreso lo Zio Paolo, dal quale acquistari vari oggetti nel suo negozio sempre sui navigli e la prima cosa che vedo al mattino è uno stopendo Cristo in papiè masche', non so se si scrive cos', comunque in italiano carta pesta del 600, con il quale prego. Purtroppo poi le varie malattie dello zio Paolo e della sorella Anna ed il tempo ci hanno via via allontanato ed non ho più notizie se non dell'ing Pezzini, che non ho mai capito quale fosse il grado di amicizia o parentela.
    Saluto Lei e la ringrazio per aver pubblicato questa biografia che stamperò e conservero con gran piacere. cordiali saluti e visto che siamo sotto le festività auguri di buon SS Natale ed anno nuovo. giovanni gigola.

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