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"Cose" pensate e fatte. Tratta di cosa le mie mani, sempre in movimento, hanno saputo esprimere e continueranno a farlo, attraverso i miei molteplici hobby.
Per la soglia di casa entra la guerra o la pace? L'Angelo con la spada è il simbolo della protezione divina, vigorosa e vigile. |
E' bello sedere a mensa dopo aver guadagnato onestamente il pane. L'Angelo benedicente ricorda che il cibo e la vita sono soprattutto un dono di Dio. |
Al chiudersi della tua giornata laboriosa che cosa pensi? Che cosa vuoi? Questo Angelo che col suo drappo ricopre il simbolo del lavoro pare che dica: "la tua fatica sia benedetta". |
Prima che il giorno si chiuda l'anima si raccoglie nella preghiera. La lucerna dell'Angelo che rischiara la notte è il simbolo dell'intramontabile speranza. |
Il tuo guanciale conosce forse le lacrime? Non si turbi il tuo cuore: l'Angelo di Dio resta accanto a te. Presso la croce è sempre l'ulivo di pace. |
Bernardino Luini L'Adorazione dei Magi Paris - Musée du Louvre |
Jacopo D'Avanzo L'Adorazione dei Magi Milano - Pinacoteca Ambrosiana |
Sano di Pietro L'Annuncio ai Pastori Siena - Pinacoteca |
Benozzo Gozzoli Angeli (particolare) Firenze - Palazzo Medici-Riccardi |
Federico Fiori detto Barroccio La Natività Milano - Pinacoteca Ambrosiana
Barocci Federico, alias Federico Fiore, soprannominato Il Baroccio, pittore e disegnatore italiano, nasce a Urbino intorno al 1526 e, ad eccezione di due viaggi a Roma all'inizio della sua carriera, ha vissuto a Urbino tutta la vita.
Circondato da centinaia d'opere d'arte della sua città, Federico si è formato come pittore studiando prima con suo padre, Ambrogio Barocci discreto scultore, poi è stato apprendista presso il pittore veneziano Franco Battista (1498-1561) esponente del Manierismo Romano, ma più apprezzato come disegnatore.
Era solo un adolescente quando accompagna lo zio Bartolomeo Genga a Pesaro, poi a Roma, dove si ferma per quattro anni (1548-1553)nello studio dei pittori manieristi Taddeo e Federico Zuccari già famosi.
Barocci, incantato in un primo tempo dai lavori di Raffaello, ispira a lui il suo stile che poi arricchisce con i colori caldi e luminosi del Correggio e del Tiziano. ..........................
Antonio Allegri detto Correggio La Santa Notte
Dresda - Pinakothek
Antonio Allegri detto il Correggio,
agosto 1489 – Correggio, 5 marzo 1534)
fu un pittore italiano.
Prendendo spunto dalla cultura del Quattrocento e dai grandi maestri dell’epoca, quali Leonardo, Raffaello, Michelangelo e Mantegna, inaugurò un nuovo modo di concepire la pittura ed elaborò un proprio originale percorso artistico, che lo colloca tra i grandi del Cinquecento. In virtù della dolcezza espressiva dei suoi personaggi e per l’ampio uso prospettico, sia nei dipinti sacri che in quelli profani, egli si impose in terra padana come il portatore più moderno e ardito degli ideali del Rinascimento. Infatti, all’esplosione del colore veneziano e al manierismo romano, contrappose uno stile fluido, luminoso, di forte coinvolgimento emotivo. Nello sforzo di ottenere la massima espressione di leggerezza e di grazia, Correggio fuun precursore della pittura illusionistica. Introdusse luce e colore perché facessero da contrappeso alla forme e sviluppa così nuovi effetti di chiaro-scuro, creando l’illusione della plasticità con scorci talora duri e con audaci sovrapposizioni. L’illuminazione e la struttura compositiva in diagonale gli permiserono anche di ottenere una significativa profondità spaziale nei suoi dipinti, caratteristica quest’ultima, tipica del suo stile. Le maestose pale d’altare degli anni venti sono di spettacolare concezione, con gesti concatenati, espressioni sorridenti, personaggi intriganti, colori suadenti[1]. La luce, declinata secondo un chiaroscuro morbido e delicato, ne fece uno dei punti di non ritorno della pittura, capace di influenzare movimenti artistici tra loro diversissimi come il barocco di Giovanni Lanfranco e Baciccio e il neoclassicismo di Anton Raphael Mengs ......... Qui
Piero della Francesca La Natività
London - National Gallery
Piero della Francesca
(Borgo Sansepolcro, 1416-1417 circa – Borgo Sansepolcro, 12 ottobre 1492)
è stato un pittore e matematico italiano.
Tra le personalità più emblematiche del Rinascimento italiano, fu un esponente della seconda generazione di pittori-umanisti.[1] Le sue opere sono mirabilmente sospese tra arte, geometria e un complesso sistema di lettura a più livelli, dove confluiscono complesse questioni teologiche, filosofiche e d'attualità. Riuscì ad armonizzare, nella vita quanto nelle opere, i valori intellettuali e spirituali del suo tempo, condensando molteplici influssi e mediando tra tradizione e modernità, tra religiosità e nuove affermazioni dell'Umanesimo, tra razionalità ed estetica.
La sua opera fece da cerniera tra la prospettiva geometrica brunelleschiana, la plasticità di Masaccio, la luce altissima che schiarisce le ombre e intride i colori di Beato Angelico e Domenico Veneziano, la descrizione precisa e attenta alla realtà dei fiamminghi. Altre caratteristiche fondamentali della sua espressione poetica sono la semplificazione geometrica sia delle composizioni che dei volumi, l'immobilità cerimoniale dei gesti, l'attenzione alla verità umana.
La sua attività può senz'altro essere caratterizzata come un processo che va dalla pratica pittorica, alla matematica e alla speculazione matematica astratta. La sua produzione artistica, caratterizzata dall'estremo rigore della ricerca prospettica, dalla plastica monumentalità delle figure, dall'uso in funzione espressiva della luce, influenzò nel profondo la pittura rinascimentale dell'Italia settentrionale e, in particolare, le scuole ferrarese e veneta. .........
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Gherardo Delle Notti L'Adorazione dei Pastori
Firenze - Galleria degli Uffizi
Honthorst ‹hònthorst›, Gerrit van, detto in Italia -
Gherardo delle Notti. -
Pittore (Utrecht 1590 - ivi 1656),
il più noto dei seguaci nordici del Caravaggio.
Allievo di A. Bloemaert, fu in Italia dal 1610 al 1622. A Roma, dove fu protetto dal card. Scipione Borghese e dal marchese V. Giustiniani, restano molti suoi dipinti (celebre la Decollazione del Battista in S. Maria della Scala), in cui la drammaticità caravaggesca è già talvolta smorzata - come poi maggiormente dopo il ritorno in patria - da qualche accento accademico. Su di lui influirono anche O. Gentileschi e H. Terbruggen. Nel 1619 si fermò a Firenze, dove lavorò per il granduca. Grandissimo successo egli ebbe poi come pittore di soggetti storici e di ritratti alle corti dei Paesi Bassi, d'Inghilterra, Danimarca e Brandeburgo. Il soprannome "delle Notti" gli venne dalla predilezione per le scene notturne, rappresentazioni di scene sacre o di genere a luce di candela (Natività, del 1621, agli Uffizi), che contribuiscono a definire la scuola di Utrecht e preludono a J. Vermeer.
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Giusto de' Menabuoi Il Presepio
Padova - Battistero
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