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IMPARATICCIO del 1901 - mis. 54x53 cm. Ricamato tutto a "Punto Croce" su telo di lino grezzo. |
Pare che l’abitudine di appuntare le figure o i punti su un telo come esercizio sia sempre esistito, ma solo agli inizi del XVI secolo questi lavori vengono menzionati attribuendo loro un nome.
Nei paesi anglosassoni questi si chiamano SAMPLERS (dal latino EXEMPLUM), modello da imitare, in Francia prendono il nome di MARQUOIRS, che deriva da POINT DE MARQUE, altro nome del punto croce, perché destinato a “marcare” la biancheria, in Italia IMPARATICCI, esercizio per le fanciulle.
Il primo riferimento scritto si trova in un libro per la contabilità, del 1502, di Elisabetta di York, moglie di Enrico VII, dove è annotato il prezzo di "una pezza di lino da usare per un sampler per la regina".
Lo sviluppo dell’imparaticcio nel XVI secolo è direttamente connesso alla diffusione del ricamo dilettantesco. Le dame delle classi agiate dedicavano ormai molto del loro tempo al ricamo e il sampler era usato come una sorta di quaderno di appunti, nel quale registrare motivi decorativi e punti di lavorazione da consultare alla bisogna.
Nel XVI secolo la forma degli imparaticci riflette il loro scopo pratico di campionario.
Sono composti da rettangoli lunghi e stretti, generalmente pari alla larghezza del telaio, il tessuto di base è il lino e i ricami sono eseguiti generalmente con un filo di seta. In alcuni casi si hanno imparaticci lavorati in ambo i sensi tanto che gli alfabeti possono apparire capovolti. I motivi sono disposti senza ordine, aggiunti a caso gli uni agli altri. Questi imparaticci stretti e lunghi erano spesso avvolti intorno ad un manico o arrotolati dentro ad un cestino da lavoro, affichè la ricamatrice potesse facilmente consultarli e trarne ispirazione per i suoi lavori.
L’imparaticcio più antico che esiste è conosciuto come SAMPLER DI JANE BOSTOCKE, 1598, conservato a Londra, nel Victoria and Albert Museum.
Gli elementi figurativi, floreali e geometrici sono chiaramente ispirati ai libri di modelli cinquecenteschi d’origine italiana; è stato eseguito con fili di seta con l’aggiunta di perline, fili metallici, in una gran varietà di punti. La disposizione arbitraria degli elementi figurativi e dei motivi decorativi sono la riprova della funzione di promemoria dell’imparaticcio.
Nel XVII secolo, gli imparaticci cominciano a perdere la loro funzione di campionario, data la crescente diffusione di libri di modelli e motivi di ricamo, e vengono così ad assumere la funzione di dimostrazione di bravura. Molti dei capi presentano un elevato livello d’abilità tecnica e una vasta gamma di punti che include: il punto raso, catenella, asola, croce e spina. Era molto diffusa inoltre la tecnica dei punti tagliati e dei fili tirati.
Gli alfabeti appaiono per la prima volta nel 1643 (anche se è un motivo già presente nei testi di modelli cinquecenteschi), generalmente venivano scritte tutte le lettere, eseguite in diverse dimensioni, maiuscole, minuscole, semplici o contornate col punto scritto, o in scrittura gotica.
Di questo periodo si conoscono due tipi di Sampler: uno a strisce e uno a schema libero.
Il sampler a strisce è solitamente lungo e stretto e ricamato con bordure a fascia o a file di disegni ripetute. In questo periodo si diffonde la pratica di scrivere il nome della ricamatrice e la data d’esecuzione.
Nell’imparaticcio a schema libero, di forma quadrata, i motivi sono distribuiti su tutta la superficie e presenta una varietà di motivi naturalistici e figurativi posti a piacere e brevi sezioni di bordure. Sono assai diffusi garofani, cardi, tulipani, e tralci d’uva, inoltre cervi, uccelli e farfalle, nonchè insetti, a dimostrazione dell’interesse dell’epoca per la natura.
Questo tipo d’imparaticci, sebbene raramente firmati o datati, sembrano assai popolari nel corso dell’intero secolo e suscitano un certo fascino naïf.
Nel XVIII secolo lo scopo pratico delle origini è ormai dimenticato. L’imparaticcio diventa più che altro un oggetto decorativo, con uno schema generale di motivi ben bilanciati e disposti attorno ad un asse centrale. I motivi architettonici divengono uno dei motivi più popolari, si ricamano grandi case signorili, come la casa di famiglia o un edificio di una qualche importanza della città, mulini a vento, pagode, templi classici, raffigurati assieme a pastorelli, cani, cervi e una grande varietà d’animali. Appare nel 1709 anche il motivo di Adamo ed Eva che ebbe molta fortuna e popolarità.
L’imparaticcio assume anche una funzione morale ed educativa, così appaiono trascritte poesie o preghiere o brani della Bibbia. Questi sono presenti soprattutto nei sampler di ambiente anglosassone, perché trascrivere brani religiosi aveva un duplice fine: esercitare la scrittura ed insegnare alle giovani i precetti morali. Così attraverso un metodo di lavoro si diffondeva una capillare e costante educazione alle virtù religiose e ad una migliore alfabetizzazione.
Alla crescente quantità di poesie ricamate corrisponde una diminuzione di varietà dei punti usati. La difficile lavorazione a punti tagliati e tecniche complesse sono gradualmente abbandonate e viene sempre più usato il solo punto croce.
Il XIX secolo è il secolo d’oro del punto croce. Con il progresso della stampa, da Berlino si diffondono in tutta Europa schemi di punto croce stampati su carta quadrettata e colorati a mano: la domanda è tale che nel 1840 se ne pubblicheranno ben 14.000!
Il ricamo diviene l’occupazione privilegiata sia per le aristocratiche dame, che lo fanno per diletto, che delle classi popolari che lo fanno per lavoro. Avvenendo in convento l’educazione delle fanciulle di buona famiglia, gli imparaticci abbondano di simboli religiosi, come cuori trafitti, crocefissi, figure di madonne e santi. Il clima romantico influenza anche le frasi ricamate negli imparaticci, così abbondano celebrazioni all’amore, all’amicizia, alla morte. Vengono usati copiosamente anche animali come: cani, gatti, pappagalli oltre che trionfi di fiori spampanati.
Con il progresso della chimica, i fili da ricamo crescono di una infinità di colori. Tuttavia le cifre sulla biancheria restano rosse, perché il rosso è il solo in grado di resistere ai lavaggi. Il filato di seta viene sostituito dal cotone e dalla lana.
Il tessuto di lino viene sostituito dal cotone; si inventa il canovaccio “Penelope”, con due trame orizzontali attraversate da due orditi verticali, che permette di alternare punti grandi e piccoli.
A partire dalla seconda metà del XIX secolo, gli imparaticci svolgono una semplice funzione didattica e perciò perdono spontaneità e creatività. L’interesse delle fanciulle si rivolge ora verso il “ricamo artistico”, forma creativa di ricamo che si sviluppò per l’influenza di William Morris, artista inglese interessato alla storia del ricamo e al revival del lavoro ad ago che considerava una cosa seria.
Oggi l’imparaticcio è diventato un oggetto da collezione. Il suo interesse sta nella sua testimonianza storica e anche se non può essere considerato in senso stretto un’opera d’arte, l’imparaticcio ci trasmette sensazioni d’altri tempi e preziosi informazioni dei pensieri della vita delle fanciulle nostre antenate.
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L'Imparaticcio postato è di mia proprietà.
Fotografie di Serena Bucci
bello il sampler mi hai fatto ricordare che anche io ne ho 1 datato 1863.
RispondiEliminaPerchè non mi mandi una foto del tuo imparaticcio così lo inserisco? (se vuoi). Ciao
RispondiEliminaciao.... che bello.... un lavoro stupendo...
RispondiEliminaciao...buona domenica..luigina
Ciao Luigina, buona domenica anche a te, grazie.(^___^)
RispondiEliminaCara Serena ti mando con piacere le foto del mio sampler ed è una gioia per me che altri possano vederlo,in ricordo della cara persona che molti anni orsono me ne fece dono.
RispondiEliminaLoved reading this thaanks
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