Ancora acquerelli e ancora Roma ad essere eternata.
Ancora tavole, in numero di sei, riprodotte su cartoncino di misura 20x13 cm ciascuna.
L'autore degli acquerelli, questa volta, è il grande pittore Aldo Raimondi.
ALDO RAIMONDI,
nato a Roma nel 1902, figlio di un altro pittore (Roberto Raimondi), ha iniziato la sua vita artistica in età giovanissima ma il debutto vero è stato a Parma, nel 1930, con la sua prima "personale". Da allora Raimondi si è imposto come un fine illustratore di bellezze architettoniche e naturali, come un attento ritrattista di uomini potenti e di volti meno noti. La sua carriera non ha conosciuto soste: mille le mostre in Italia e nel mondo, le interviste, le personali, i riconoscimenti, come la cattedra di "pittura ad acqua" all’Accademia di Brera di Milano.
Tra il 1981 e il 1983 ha avuto l’onore di vedere alcune sue opere sui francobolli emessi dalle Poste Italiane: si tratta di nove fiori, che diventano un po’ il suo simbolo in ogni angolo del mondo. La sua ultima mostra è a Milano, nel 1997.
E’ morto ad Erba (Como) il 22 luglio 1998.
Di lui scrive Salvatore Minardi: "Era un artista d’istinto, che ha affinato la propria arte avvicinandola alla perfezione… ma è stato anche il coraggioso riesumatore dell’acquerello, di fronte al quale molti artisti arretrano incerti e sgomenti".
L’acquerello è stato dunque la filosofia di Raimondi, che ha sentito questa tecnica come “leit motiv ispiratore di tutta la vita” e lo ha improntato a un rigoroso amore del “vero”. Il vero, come scrive lo stesso Raimondi nella sua autobiografia, è ”la scintilla del genio creatore, il vero come traspare dalle meraviglie del creato e che ripropongo come preghiera, contro certe storture che hanno talvolta il sapore esecrando della bestemmia”.
La pittura di Raimondi, sostanziosa nei contenuti, molto raffinata negli aspetti formali, è basata su una solida conoscenza tecnica e su eccezionali doti di intuito e di fantasia che consentono all’artista di rendere in chiave moderna sensazioni ed emozioni, espresse con macchie delicate e trasparenti, placidi accordi chiaroscurali, con incarnati morbidi e sciabolate di luce. Tra le opere esposte a Cesano Maderno sono presenti anche i tre ritratti che raffigrano i papi Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II.
http://www.tgcom.mediaset.it/tgmagazine/articoli/articolo302713.shtml
ALDO RAIMONDI
Il Re dell'acquerello
è stato un personaggio da leggenda. Ha ritratto Re ed Imperatori, umili contadini ed operai, soldati ed ufficiali (quando collaborava alla 'Domenica del Corriere' ed all' 'Illustrazione del popolo' nelle famose copertine), diplomatici e gerarchi del regime fascista, scienziati e cantanti (Guglielmo Marconi e Beniamino Gigli).
E' stato il pittore ufficiale dell'Italia al noto convegno di Stresa del 1935, in preparazione del 'Patto a quattro', con i Presidenti del Consiglio ed i Ministri degli Esteri di Francia ed Inghilterra. Per la prima volta l'acquerello assumeva un'importanza storica entrando di peso nella storia dell'arte del Novecento. Infatti, qualche tempo dopo, su proposta di Vittorio Emanuele III veniva istituita una cattedra dell'Acquerello all'Accademia di Brera a Milano, affidata 'per chiara fama' ad Aldo Raimondi.
In pittura Raimondi è stato il creatore di un 'nuovo stile', che il critico Antonino De Bono ha definito 'Realismo lirico'. Tale indirizzo estetico fonde abilmente l'impressionismo con il naturalismo, facendo proprio il concetto di dipingere 'en plein air', ed usando una pennellata rapida, gestuale, giostrando sui toni e sui mezzi toni, fagocitando l'atmosfera, talvolta in senso fenomenico. Abilissimo ad immortalare i cavalli nelle scuderie, le Guardie Svizzere a San Pietro, impettite nelle sgargianti divise e nei morioni in testa, a ritrarre i tre Pontefici con ieratica maestà.
http://www.creval.it/gallerie/sondrio/raimondi.htm
Le 6 Tavole postate sono di mia proprietà.
Molto "cartolina" ma eseguiti con uno stile impeccabile. Sarà che ho sempre sognato di saper disegnare/dipingere bene, e provo una grande ammirazione per chi sa farlo.
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