giovedì 26 luglio 2012

ITINERARI ARTISTICI ITALIANI - 1

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Siamo negli anni cinquanta, precisamente nel 1956. Una casa farmaceutica omaggia i signori medici italiani per ringraziarli della fiducia dimostrata verso i propri prodotti -
"promuovendo la pubblicazione di una collana artistica, avente la finalità di illustrare, a mezzo di ottime riproduzioni e di brevi commenti, alcuni ITINERARI ARTISTICI ITALIANI, poco comuni, ma di grande importanza estetica e storica."-

E' sorridendo che guardo queste tavole, in special modo le mappe.
Nel 1956, il boom economico doveva ancora esplodere e le automobili erano un miraggio per la maggior parte degli italiani.
Chi era intenzionato a regalarsi una vacanza, anche di pochi giorni, doveva spostarsi affidandosi al  treno.
La stazione ferroviaria era il punto fermo di arrivo per visitare la località prescelta e punto fermo di partenza per itinerare alla meta, alla tal architettura suggerita.
Google Maps e Earth erano solo fantascienza!



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Continua ...




8 commenti:

  1. del resto, ancora oggi, le case farmaceutiche ringraziano i medici con corsi di aggiornamento di pura fantasia... :P

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  2. Ciao, ma sai che le ho anch'io? Visto di dove sei originaria e visto che hai queste mappe mi chiedo se forse i nostri papà si conoscevano!
    Che fascino però queste vecchie carte, e quei viaggi. Scrivevo recentemente in un commento il nostro primo viaggio sull'autostrada del Sole deserta e sterminata, senza nemmeno gli Autogrill e le pompe di benzina non ancora terminate...un 'impresa, altro che andare sulla Luna! C'era da attraversare l'Italia in macchina e mezzo paese diceva ai miei genitori che erano degli irresponsabili a decidere di andare "fino a Napoli" in macchina e per di più con dei bambini! Un abbraccio,
    Antonella

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    1. Ciao Antonella, deduco che il tuo papà era medico come lo era mio suocero, il quale, amava raccogliere, ordinare e collezionare quanto gli veniva offerto dalle case farmaceutiche: Allora erano molto prodighe coi medici, prediligendo le opere d'arte. Certamente lo sai e ne hai anche tu le dimostrazioni. Mi sono ritrovata tanto materiale da ponderare di aprire un blog per condividerlo, cosa poi fatta e che continuo a condividere.
      Mah, forse si conoscevano come colleghi anche se la distanza era tanta!
      Mi ha fatto piacere questo scambio di informazioni. Un bacione

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    2. Ciao, io pensavo fosse medico il tuo papà e dato che eri della Valsesia lA distanza era minima, certo se tuo suocero è del Molise la distanza è tantissima...ma forse non tanta quanto credi perchè anche mio papà era originario del sud! Ciao.

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  3. Tranne Agrigento e Bari, le altre località le ho visitate tutte, ed ancora le ricordo. In special modo Orvieto, nel marzo 2007, il giorno di San Giuseppe, patrono della cittadina, con un vento terribile che letteralmente ci aveva distrutto gli ombrelli :-)
    E vedere quelle immagini ormai antiche, dai colori vividi...fa tanta tenerezza.
    Un caro abbraccio :-)
    Loredana

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    1. Ciao Loredana, credo che tutte le località menzionate ora sono accessibili a tutti dato le automobili. Di Orvieto, la prima volta, molto prima di te, mi ricordo gli scalini da panico del pozzo di San Patrizio e l'enoteca a fianco il Duomo, con le cantine a volta piene di botti piene ... dopo gli scalini ci volevano proprio due bei bicchieri di Orvieto ... logicamente la testa ha continuato a girare! :-)) Un bacione, Serena

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  4. ...grazie Serena. Ho girato tutta Italia per lavoro, e tranne le cucine varie, non ho gustato altro...adesso me ne pento...fortuna vuole che mi sia ritrovato nel tuo spazio...immenso...ciao Sergio...

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